lunedì 29 giugno 2020

Raccontando storie: BUOUX 1987



Le due macchine sono piene di ogni cosa, compresa la pasta e i barattoli di pesto. Per la maggior parte di noi è la prima trasferta arrampicatoria in terra straniera,
la compagnia, assai variegata: Bat, Ferrante, Adriano, Franco il tranviere, Bacigalupo, Catalano, il sottoscritto ed una certa Lucia, ma non ricordo come era finita sulla macchina del Baci.
E' passato tanto di quel tempo che non ricordo nemmeno se eravamo partiti il venerdì sera o il sabato all'alba, ricordo però che il morale era alle stelle, ansiosi di toccare la roccia di quella che allora era considerata l'università dell'arrampicata: BUOUX!

La Cumpa
in piedi: Aldo, Franco, Adriano, Lucia
accovacciati: Bat, Baci e il sottoscritto
Carlo è il fotografo
Primo giorno - individuiamo subito il settore Zappa giusto per noi, dove la maggior parte delle vie è di grado 6 per incominciare a prendere confidenza, un muro leggermente abbattuto dove prendiamo le prime bastonate, ma non demordiamo, a fine giornata io e il mio inseparabile socio, Aldo Ferrante, contiamo ben 11 tiri al nostro attivo, due di questi mi sono rimasti impressi: "Poupon la peste" un 5c con una partenza difficilissima, "Paulo, si t'assure c'est pas dur!" 6a+ dove Aldo tirando un chiodo mi ha detto: ..."quella presa non la tocco perché non è da 6a!".
A sera scendiamo al campeggio Les Cèdres nella cittadina di Apt, dove banchettiamo facendo una gigantesca pasta al pesto, salta fuori anche qualche bottiglia di buon vino.
Alla fine per non lavare il pentolone Aldo escogita un sistema che solo lui poteva immaginare: offre la rimanenza di qualche trenetta ancora sporca di pesto, a dei ragazzi tedeschi campeggiati poco distanti, lo stratagemma funziona perché ci restituiscono la stoviglia svuotata e lavata!

Secondo giorno - dopo una buona dormita al mattino siamo quasi nuovi eccetto il povero Bat che ha passato la notte semisveglio per il bruciore ai polpastrelli nonostante l'abbondante Connettivina di cui erano cosparse le dita la sera prima (allora si usava così!).
Il settore prescelto è TCF (Turbo Cibi Facho) dove le vie sono un po' più atletiche, e la distanza dei chiodi è da paura. Ricordo di aver dato l'anima per uscire su "Papa Pas Pou" 6c e "Alambic sorie sud" 6b, qualcuno si è avventurato anche su "TCF" 7a se non ricordo male aveva solo 5 chiodi su 25 m.
Io e Bat al settore TCF

Il caldo e la fatica hanno presto ragione di noi tutti, facciamo su gli zaini ed il materiale disperso sull'ampia terrazza rocciosa per spostarci in un settore meno affollato. Ho dimenticato il nome del settore, ma era un centinaio di metri a sinistra del precedente, stavamo li a goderci il fresco sotto gli alberi prima di ricominciare a tirar prese, quando vediamo arrivare di corsa un gruppetto di francesi leggermente alterati che incominciano a gesticolare nei nostri confronti, riusciamo a capire che ci accusano di aver portato via un mazzo di rinvii, cerchiamo di calmarli e svuotiamo i nostri zaini, ed ecco saltar fuori il capro espiatorio, chiediamo scusa, ..."désolé c'était un oubli ... dans la confusion nous nous sommes trompés!"
Preparazione del caffè

Per cercare di ristabilire la tranquillità e dimostrare le nostre innocenza, Carlo Catalano offre loro da bere, i francesi lo guardano incazzatissimi e gli strappano di mano la borraccia, era loro anche quella.
Si limitano a qualche insulto a denti stretti viste le dimensioni del nostro amicone.
Sgombrato il campo dai cugini d'oltralpe, ricominciamo a dedicarci alla roccia tra le risate di tutti i presenti.
Quando ci rimettiamo in macchina per far ritorno a casa siamo ancora tutti gasati per questa avventura oltralpe in uno delle falesie più belle di quei magnifici anni 80.
Per la cronaca io e Aldo in quella trasferta abbiamo fatto il pieno, 21 tiri in due giorni.



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