Ema in compagnia di Marco, protagonisti su una super classica.
Ecco il suo commento lasciato su Gulliver.it
...Un noto scrittore-alpinista ha scritto “Non parlatemi di gradi e chiodi, ditemi cosa vi siete detti ai bivacchi!”. Una manciata di flashback dunque, per ricordare una bella due giorni da apprendisti crodaioli… I carabinieri e la patente scaduta di Marco, il traverso di L4 su roccia da manicomio, il tintinnio di chiodi e martello per la sosta improvvisata, il tirone di 50 m nel diedro-camino, l’uscita su mughi alla seconda cengia, il bivacco, l’ammirazione verso Cassin e Ratti per l’intuito e la determinazione che ci voleva nel ’35 ad andar su di lì, lo zainetto che mi ha regalato Chicco, l’aria sotto i piedi dopo il diedro giallo per andare a prendere la S16 dietro lo spigolo, l’uscita in coppa, le mani dolenti e la discesa con il mio traverso di 20 m sprotetto per cercare la calata che era 15 m prima… a volte ci vuole un attimo per dimenticare una vita, per alcuni momenti invece non basta una vita. Con Marco.
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