Benvenuti, quì troverete le notizie che il tam-tam della falesia sforna in continuazione, dai "ciæti" ai nuovi luoghi di arrampicata, alle informazioni utili per chi si aggira nel ponente ligure e non solo.
Buona arrampicata a tutti !
Sicurezza dei fix per l'arrampicata in ambiente marino
da Planetmpuntain
Pubblicato il 29.05.2012 su Planetmountain, un problema che sta facendo riflettere e discute i più conosciuti e famosi chiodatori. Penso sia indispensabile leggerlo e poi riflettere!!!
Ritenendo, personalmente, Marco Pukli uno dei più esperti e meticolosi chiodatori che io conosca, ritengo interessantissima la mail che mi ha inviato in risposta al post. "Ciao Alessio.
Grazie; purtroppo nell’articolo non ci sono informazioni sufficienti per farsi un’idea precisa: che tipo di chiodi di sono rotti, marca e modello; chi li ha messi, quando, come, eccetera. Ti faccio un esempio: qualunque fix da 10, se stretto troppo con la chiave, si spezza proprio come descritto. E se fosse andato qualcuno a ”serrare” i fix con una”chiave a cricchetto” perché giravano le placchette? In quel modo si riescono a rompere anche i fix da 14... Oppure: e se le placchette facevano una brutta leva? Abbiamo visto tutti fix messi in malo modo, tutti storti, con placchetta che fa una leva impressionante. Insomma, è necessario avere più informazioni, perché così potrebbe essere tutto ma anche niente. Resta il fatto che il problema degli ancoraggi in ambiente marino è noto da tempo: http://www.petzl.com/it/outdoor/news-0/2009/12/17/fate-attenzione-questi-ancoraggi
Inoltre sappiamo che si trovano in commercio materiali di bassissima qualità, di ditte non sempre serie, prodotti chissà dove, che proprio non bisognerebbe mai comprare. Guardando per esempio quanto scrive Repetto Sport di Genova sul suo catalogo si può già farsene un’idea:
“UNA INIZIATIVA PER FARE CHIAREZZA Poiché, anche giustamente, è il prezzo che invoglia all’acquisto e, spesso, articoli anche simili, di marche diverse hanno differenze anche vistose di prezzo, crediamo corretto informare i nostri Clienti sulla provenienza degli stessi. La nostra informazione segue una logica molto semplice. Dichiariamo il Paese di origine solo e direttamente dalla dichiarazione che compare sullo stesso: Made in……………….. Tutte le altre diciture ad es. il nome della Ditta seguita dal Paese in cui tale Ditta è ubicata non lo riteniamo sufficiente come dichiarazione di effettiva fabbricazione nel Paese stesso. Ciò non significa che tale articolo non vi è fabbricato, significa che la dicitura non è sufficientemente chiara e quindi per noi è: “origine di produzione non dichiarata”. Sulla falsariga di tale iniziativa ribadiamo la nostra decisione di commercializzare, per quanto riguarda attrezzature tecniche, solo ed esclusivamente quelle di provenienza Europea o da Paesi nei quali le pratiche di montagna sono note e la fabbricazione dei materiali ha seguito la naturale filiera dell’esperienza e della capacità lavorativa. Quando sappiamo per certo che un articolo tecnico, viene costruito in certi Paesi orientali, ne cessiamo la commercializzazione non per preconcetti di qualunque tipo ma, esclusivamente, per i motivi che abbiamo già accennati. Se, per ipotesi, ci viene proposto l’acquisto di una maglia rapida (maillon rapide) di provenienza cinese ad un prezzo allettante per l’acquirente , non lo preferiamo al prodotto francese che da decenni assicura professionalità, ricerca e sicurezza. Anche se, purtroppo, risulterà un po’ più caro. J: Giappone CE: Comunità Europea CH: Svizzera CI: Cina D: Germania E: Spagna F: Francia FIN: Finlandia GB: Inghilterra H: Ungheria I: Italia IL: Israele IRL: Irlanda MAL: Malesia MD: Moldavia N: Norvegia NL: Olanda PAK: Pakistan RC: Taiwan RO: Romania ROK: Korea RP: Filippine S: Svezia SK: Slovacchia T: Thailandia TN: Tunisia USA: Stati Uniti VN: Vietnam WA: Galles XX: Non Dichiarato NP: Non Pervenuto”
Ritenendo, personalmente, Marco Pukli uno dei più esperti e meticolosi chiodatori che io conosca, ritengo interessantissima la mail che mi ha inviato in risposta al post.
RispondiElimina"Ciao Alessio.
Grazie; purtroppo nell’articolo non ci sono
informazioni sufficienti per farsi un’idea precisa: che tipo di chiodi di sono rotti, marca e modello;
chi li ha messi, quando, come, eccetera.
Ti faccio un esempio: qualunque fix da 10, se stretto troppo con la chiave, si spezza proprio
come descritto. E se fosse andato qualcuno a ”serrare” i fix con una”chiave a cricchetto” perché giravano le placchette?
In quel modo si riescono a rompere anche i fix da 14...
Oppure: e se le placchette facevano una brutta leva? Abbiamo visto tutti
fix messi in malo modo, tutti storti, con placchetta che fa una leva impressionante.
Insomma, è necessario avere più informazioni, perché così
potrebbe essere tutto ma anche niente.
Resta il fatto che il problema degli ancoraggi in ambiente marino è noto da tempo:
http://www.petzl.com/it/outdoor/news-0/2009/12/17/fate-attenzione-questi-ancoraggi
Inoltre sappiamo che si trovano in commercio materiali di bassissima qualità,
di ditte non sempre serie, prodotti chissà dove, che proprio non bisognerebbe mai comprare.
Guardando per esempio quanto scrive Repetto Sport di Genova sul suo catalogo si può già farsene un’idea:
“UNA INIZIATIVA PER FARE CHIAREZZA
Poiché, anche giustamente, è il prezzo che invoglia all’acquisto e,
spesso, articoli anche simili, di marche diverse hanno differenze anche
vistose di prezzo, crediamo corretto informare i nostri Clienti sulla
provenienza degli stessi.
La nostra informazione segue una logica molto semplice. Dichiariamo
il Paese di origine solo e direttamente dalla dichiarazione che
compare sullo stesso:
Made in………………..
Tutte le altre diciture ad es. il nome della Ditta seguita dal Paese in cui
tale Ditta è ubicata non lo riteniamo sufficiente come dichiarazione di
effettiva fabbricazione nel Paese stesso.
Ciò non significa che tale articolo non vi è fabbricato, significa che la dicitura
non è sufficientemente chiara e quindi per noi è: “origine di produzione
non dichiarata”.
Sulla falsariga di tale iniziativa ribadiamo la nostra decisione di commercializzare,
per quanto riguarda attrezzature tecniche, solo ed
esclusivamente quelle di provenienza Europea o da Paesi nei quali le
pratiche di montagna sono note e la fabbricazione dei materiali ha seguito
la naturale filiera dell’esperienza e della capacità lavorativa.
Quando sappiamo per certo che un articolo tecnico, viene costruito in
certi Paesi orientali, ne cessiamo la commercializzazione non per preconcetti
di qualunque tipo ma, esclusivamente, per i motivi che abbiamo
già accennati.
Se, per ipotesi, ci viene proposto l’acquisto di una maglia rapida
(maillon rapide) di provenienza cinese ad un prezzo allettante per
l’acquirente , non lo preferiamo al prodotto francese che da decenni
assicura professionalità, ricerca e sicurezza.
Anche se, purtroppo, risulterà un po’ più caro.
J: Giappone
CE: Comunità Europea
CH: Svizzera
CI: Cina
D: Germania
E: Spagna
F: Francia
FIN: Finlandia
GB: Inghilterra
H: Ungheria
I: Italia
IL: Israele
IRL: Irlanda
MAL: Malesia
MD: Moldavia
N: Norvegia
NL: Olanda
PAK: Pakistan
RC: Taiwan
RO: Romania
ROK: Korea
RP: Filippine
S: Svezia
SK: Slovacchia
T: Thailandia
TN: Tunisia
USA: Stati Uniti
VN: Vietnam
WA: Galles
XX: Non Dichiarato
NP: Non Pervenuto”
A presto
Ciao
Marco."